Dipartimento di Giurisprudenza

Estudio General y Universidad Primaria Turritana A.D. 1632
Università degli Studi di Sassari

Salvatore Piras

Professore di Istituzioni di diritto privato nella Facoltà di Giurisprudenza Preside della Facoltà di Giurisprudenza

Nacque a Sassari nel 1913. Laureatosi in Giurisprudenza all’Università di Genova nel 1935, intraprese in quell’ateneo la carriera accademica. Conseguita la libera docenza nel 1942, dopo alcune esperienze presso le Università di Torino, Genova, Parma e Camerino, era giunto a Sassari, nel lontano 1945, per ricoprire, come professore incaricato, l’insegnamento di Istituzioni di diritto privato. Vincitore di concorso a cattedra nel 1949, ha correlato l’esperienza e la quotidiana attività di docente con gli onori e soprattutto gli oneri connessi alle cariche accademiche. Preside della Facoltà di Giurisprudenza per due distinti periodi, Direttore dell’Istituto giuridico per innumerevoli anni quando l’Istituto era esso stesso espressione e sintesi della Facoltà e degli studi che in essi vi si svolgevano, il prof. Piras è stato sempre partecipe di ogni vicenda culturale, di ogni processo di innovazione, di ogni modifica, anche strutturale, in essa verificatasi. Allievo di Mario Allara, uno dei padri nobili del Diritto civile italiano, Salvatore Piras si impose all’attenzione degli studiosi della materia per l’impegno profuso in temi di grande respiro teorico. Non a caso il volume sulla parte generale delle successioni, nel Trattato diretto da Grosso e Santoro Passarelli, rimane uno dei suoi contributi fondamentali, caratterizzato dal rigore dogmatico e dall’acume sistematico. Anche le opere minori, peraltro, evidenziano capacità critiche ed una solida conoscenza degli istituti, alle quali ha sempre contribuito il riferimento alla dottrina tedesca, complemento indispensabile della formazione culturale dei giuristi della sua generazione. Salvatore Piras, come tutti i migliori del suo tempo, fu anche impegnato culturalmente e politicamente con esperienze diverse: da Icnusa all’elezione politica a cariche a livello comunale e provinciale, che bene però sottolineano il suo costante impegno di intellettuale e di cittadino in tempi in cui specie la politica andava assumendo connotati di competizione senza esclusione di colpi. Medaglia d’oro ai benemeriti della pubblica istruzione, decorato con medaglia al valor militare durante la campagna d’Africa e con Croce al merito di guerra, Commendatore al merito della Repubblica Italiana, a lui si devono alcune delle più prestigiose iniziative della Facoltà, volte a rendere la Città e anche la Regione partecipi alla vita culturale dell’Ateneo. Chi fu suo studente non faticherà a ricordarlo a fianco di docenti e studenti destinati a diventare essi stessi professori, avvocati, professionisti, funzionari, Un susseguirsi di volti che sono la storia della nostra città ed una proiezione della storia del paese. Dall’Università dei vecchi maestri (Tommaso A. Castiglia, Sergio Costa, Antonio Era) all’Università degli anni tumultuosi delle occupazioni, della partecipazione e della liberalizzazione degli accessi ai corsi di studio, momenti di cui Piras è stato sintesi ed espressione con il suo innato, signorile spirito di tolleranza ad accettare il nuovo, come naturale momento per saldare le diverse esperienze di vita. Ma farebbe torto alla sua stessa essenza dell’uomo, tacere dei suoi rapporti con gli studenti, perché Salvatore Piras fu soprattutto professore, un professore “buono”. Una bontà profonda, serena, senza ingiustizie o preferenze; ogni studente sapeva di potersi rivolgere a lui per trovarvi sempre la stessa disponibilità, la stessa sorridente benevolenza, la stessa disinteressata attenzione. Nell’ottobre1982, quando si accomiatò dalla Facoltà e dall’insegnamento con la sua ultima lezione, ricevette dal prof. Antonio Serra, allora Preside in carica e suo ex allievo, il rituale saluto, fra i più antichi e alti del cerimoniale dell’Università: l’abbraccio accademico. A chi lo conobbe, la sua intensa vita accademica e la sua incondizionata disponibilità lasciano un ricordo esemplare di rettitudine e onestà d’animo. Morì a Sassari il 3 dicembre 1985.

Antonio Serra