Mario Bracci
Professore di Diritto amministrativo nella Facoltà di Giurisprudenza.
Mario Bracci nacque a Siena il 12 febbraio 1900. Si laureò in giurisprudenza nella sua città natale nel 1921 con una tesi su La proposta nel diritto amministrativo, che avrebbe rielaborato in una monografia dallo stesso titolo pubblicata pochi anni dopo (Roma, 1925). Si tratta, come avrebbe sostenuto lo stesso Bracci, di «un lavoro tormentato fonte di molte perplessità e di dub- bi» che non giunse mai ad una stesura definitiva. Si dedicava intanto con impegno alla militanza politica, iscrivendosi, durante la frequenza universitaria, al Partito Repubblicano, spintovi da Piero Calamandrei, suo professore di Procedura civile, a cui fin da allora fu legato da fraterna amicizia. Bracci prendeva servizio a Sassari nel 1924 con l’autorevole presentazione di due “luminari” della disciplina, Guido Zanobini e Federico Cammeo. Tra il 1924 e il 1925 Bracci scrisse il suo se- condo studio monografico, Le pensioni di guerra (Roma, 1925), che affrontava un argomento nevralgico della vita pubblica e della normativa del dopoguerra. L’autore aveva progettato un secondo volume «d’indole prevalentemente pratica» (mai pubblicato) che avrebbe dovuto far seguito alla prima parte essenzialmente dottrinaria con l’esame del «fondamento giuri- dico delle pensioni» e della «responsabilità dello Stato». Con notevole coraggio politico, nel momento in cui il fascismo si accingeva a conquistare il potere, Bracci osò sostenere con forza la necessità che le leggi fossero sottoposte al controllo e alla sovranità del Parlamento, affinché l’atto di governo non degenerasse «in arbitrio o tirannia». In sostanza la pensione di guerra veniva concepita da Bracci come un diritto di libertà che, tramite il principio della responsabilità dello Stato, conferi- va alla persona il valore di un risarcimento del danno. Nelle more dell’insegnamento sassarese Bracci ebbe modo, grazie ad una borsa di studio del Ministero dell’Istruzione Pub- blica, di frequentare un corso di perfezionamento in Diritto amministrativo nell’Università di Heidelberg. Il corso di Diritto amministrativo impartito da Bracci a Sassari nell’anno accademico 1925-26 era suddiviso in una parte generale e in una parte speciale; quella generale era a sua volta articolata in due sezioni sui «Principii generali» e sulle «Fonti del diritto am- ministrativo». Il corso doveva necessariamente soffermarsi sulle nozioni fondamentali di Diritto pubblico generale (lo Statu- to dell’ateneo prevedeva l’insegnamento del Diritto costituzionale al quarto anno, mentre Diritto amministrativo, materia biennale, veniva insegnata al secondo e al terzo, per cui era indispensabile dare allo studente nozioni e ragguagli generali sulla disciplina) e si articolava in una parte sistematica relativa alle fonti e ai modelli. Nella parte sulle fonti la bibliografia comprendeva Ranelletti, Cammeo, Romano, Fleiner, e il saggio spe- cifico di Orlando apparso nel primo volume del Trattato (M. Bracci, Corso di Diritto Amministrativo svolto nella Regia Università di Sassari durante l’anno scolastico 1925-26, Siena, Scuola Tip. Sordomuti, 1926). Agli studenti sassaresi era dunque offerta l’opportunità di poter seguire un corso di notevole livello, assai aggiornato nei riferimenti dottrinari. Soprattutto nella parte speciale il nesso tra didattica e ricerca era particolarmente evidente, giacché proprio in quei mesi Bracci stava elaborando uno dei suoi studi più significativi, L’atto complesso in diritto amministrativo (Siena, 1927). Date le ottime capacità didattiche di Bracci la facoltà gli assegnava la supplenza di Diritto costituzionale per l’anno accademico 1925-26 e quella di Procedura civile per il 1926-27 (a cui avrebbe rinunciato l’anno successivo). Nel 1927 veniva chiesto al Ministero il concorso a cattedra di Diritto amministrativo e la facoltà designava quali membri «esterni» della commissione giudicatrice i professori Umberto Borsi, Cammeo e Zanobini. Bracci, che già dal 1925 aveva conseguito la libera docenza presso l’Università di Sassari, veniva dichiarato vincitore da una commissione formata da Oreste Ranelletti, Flaminio Mancaleoni, Cammeo, Santi Romano e Luigi Raggi. Nel 1931 avrebbe conseguito la conferma ad ordinario (commissari: Romano, Raggi e Zanobini). Dal 1° novembre 1928 Bracci ricoprì l’insegnamento amministrativistico nella sua città natale. A Siena pubblicò il suo lavoro scientifico più importante, la monografia su L’atto complesso, nella quale affermava il carattere univoco della volontà dell’atto rispetto al suo scopo, opera che chiudeva – diciamo così – l’esperienza sassarese. Alla caduta del fascismo Bracci riprese con determinazione l’attività politica. Nel 1944 aderiva al Partito d’Azione, divenendo membro del Comitato centrale e poi suo rappresentante nella Consulta nazionale. Il 18 novembre 1944, a Siena liberata dagli Alleati, fu eletto rettore dell’Università e venne riconfermato in questo ufficio sino al 1955. Nel 1946 fu nominato membro della Consulta Nazionale e fece parte, in qualità di ministro per il Commercio con l’estero del primo governo De Gasperi (1945-46). Nel 1955 il Parlamento lo elesse giudice della Corte Costituzio- nale, carica che mantenne sino alla morte, avvenuta a Siena il 15 maggio 1959. Tratto da Antonello Mattone in Storia dell'Università di Sassari a cura di Antonello Mattone