Dipartimento di Giurisprudenza

Estudio General y Universidad Primaria Turritana A.D. 1632
Università degli Studi di Sassari

Giovanni Pugliese

Professore di Diritto romano nella Facoltà di Giurisprudenza

Il ricordo di Giovanni Pugliese, per chi ha avuto la fortuna di averlo come maestro, è sempre fonte di profonda emozione. La sua opera come studioso di diritto romano, diritto civile e diritto comparato è patrimonio dell’intera comunità scientifica, ma la sua straordinaria capacità di trasmettere l’amore per la materia che insegnava, affascinando generazioni di studenti e di allievi, rappresenta un lascito altrettanto prezioso. Nato a Torino l’11 novembre 1914, in quella città si laureò nel 1935, discutendo con Gino Segrè una tesi dal titolo I negozi apparenti nel diritto romano, comune e vigente, pubblicata nella sua parte romanistica nel 1938 con il titolo La simulazione nei negozi giuridici. Studi di diritto romano (Padova, Cedam, 1938). Questa prima opera, se da un lato risente delle concezioni interpolazionistiche allora dominanti nella scienza romanistica – dalle quali Pugliese si staccò ben presto giudicandole sterili – dall’altro già rivela l’ampiezza dei suoi interessi, le salde basi civilistiche, che esaltavano il suo rigore logico e la sua squisita sensibilità nell’individuazione del problema giuridico, nonché il profondo convincimento che la dogmatica giuridica deve essere coniugata con lo studio storico del diritto, unico strumento capace di indagare la realtà delle strutture giuridiche nel loro inverarsi nel tempo. Nel 1939 venne pubblicato il volume Actio e diritto subiettivo (Milano, Giuffrè, 1939), opera fondamentale nella storia degli studi giuridici del Novecento, nella quale l’autore affronta uno dei temi che resteranno al centro dei suoi interessi, il problema del rapporto fra diritto e processo. L’opera gli valse la cattedra, vinta a soli 26 anni. Nel contempo, dal 24 gennaio 1939 al 26 dicembre 1940, Giovanni Pugliese tenne l’incarico di Istituzioni di diritto romano presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’ateneo sassarese. Fu un periodo breve, ma fecondo, durante il quale egli pubblicò alcuni interventi su temi nuovi e diversi, a testimonianza dell’ampiezza dei suoi interessi, temi sui quali tornerà nel tempo con approfondimenti ed arricchimenti: Appunti sui limiti dell’imperium nella repressione penale, una recensione all’opera di J. Lengle, Römisches Strafrecht bei Cicero und den Historiken ed un articolo dal titolo Note sul vectigal e sull’imposta fondiaria romana. Agli anni sassaresi risale anche, e soprattutto, l’elaborazione dell’opera, uscita nel 1941, che gli valse l’ordinariato, il volume Studi sull’iniuria (Milano, Giuffrè, 1941), che rappresenta a tutt’oggi lo studio fondamentale in materia, dal quale non si può prescindere nell’affrontare un tema complesso ed ancora controverso, come ben sanno tutti coloro che vi si sono cimentati. Da Sassari Giovanni Pugliese venne chiamato a Macerata, poco dopo a Trieste (nel 1942) e poi a Genova, nel 1947, anno in cui pubblicò il commento agli articoli relativi al diritto di superficie nel Commentario Scialoja Branca. Di Diritto civile si occupò ancora con la pubblicazione (1954) del volume Uso usufrutto e abitazione per il Trattato di diritto civile di Vassalli. Dal 1948 al 1960 fu professore a Milano, e dal 1960 a Roma. Di grande importanza per il periodo che va dagli anni genovesi al 1968 furono, tra gli altri, gli studi sui temi processuali, che culminarono con la redazione della voce Giudicato civile per l’Enciclopedia del diritto, una voce ponderosa, nella quale Pugliese esamina la storia della res iudicata dal diritto romano, attraverso il diritto intermedio, sino alla dottrina moderna. L’importanza di questa voce per gli studi giuridici, romanistici e non, è data dalla rilevanza attribuita al diritto intermedio in un contesto culturale che tendeva a lasciare un vuoto fra la compilazione giustinianea e la scienza giuridica ottocentesca, e poi soprattutto dal metodo, consistente nella enucleazione ed evidenziazione dei nessi storici che portano alle soluzioni del diritto vigente. Era una via che indirizzava necessariamente alla comparazione, interesse già presente nei suoi studi, ulteriormente accresciuto dall’esperienza di insegnamento come guest professor alla State University di Baton Rouge nell’autunno del 1964, ma rafforzato ed approfondito soprattutto dall’incontro a Roma con Gino Gorla e dalla lunga e feconda amicizia nata fra i due studiosi, al punto da indurlo, nell’ultimo anno del suo insegnamento (1983-84), a passare sulla cattedra di Diritto privato comparato. Anche in questo campo la produzione scientifica di Giovanni Pugliese fu di grande rilievo, anch’essa culminante in una voce enciclopedica, la voce “Diritto” per l’Enciclopedia delle scienze sociali (1993), che, con le parole di un suo allievo comparatista, Vincenzo Zeno-Zencovich, «costituisce una vera e propria introduzione storica ai grandi sistemi giuridici ed una finissima riflessione teorica sulla struttura e sulla funzione del diritto». Gli anni della tarda maturità (egli si spense a Milano, il 24 marzo 1995), dopo il pensionamento, furono quindi anch’essi fecondi di studi e di progetti. Ad essi risale tra l’altro – oltre alla voce Diritto sopra menzionata – il manuale di Istituzioni di diritto romano, composto con Letizia Vacca e Francesco Sitzia, che rispecchia nell’impostazione generale, e soprattutto nelle pagine direttamente a lui dovute, i tratti fondamentali di Pugliese giurista e storico del diritto: la convinzione che il diritto romano può essere studiato e conosciuto solo in una precisa e corretta impostazione storica, la consapevolezza, effettivamente praticata, che ogni sintesi richiede attente ed accurate analisi, la rigorosa costruzione dogmatica degli istituti, all’interno, però, della loro stessa storia, la limpidezza del pensiero, che si traduce in chiarezza espositiva. Per finire ancora poche parole su Pugliese uomo del suo tempo, osservatore attento e partecipe delle vicende della società civile. Per temperamento era molto riservato, al punto da sembrare freddo o timido, e per questo motivo l’agone politico non lo attrasse mai. Egli era però animato da un forte senso dello Stato, ed un appassionato sostenitore della sua laicità. Temperamento riservato, si è detto, ma generoso e forte: come molto bene nel 1997 scrive Eva Cantarella «il valore di Giovanni Pugliese romanista, civilista, comparatista e il suo contributo alla scienza giuridica del secolo sono così noti da non aver bisogno di essere ribaditi. Le doti morali, civili e umane di questo grandissimo Maestro, invece, sono note solo a chi ha avuto il privilegio di conoscerlo personalmente».

Tratto da Maria Rosa Cimma, in Storia dell'Università di Sassari a cura di Antonello Mattone