Francesco Cossiga (nota di A. Mattone)
Professore di Storia delle istituzioni giuridiche ed economiche della Sardegna
Professore di Diritto costituzionale regionale
Francesco Cossiga nacque a Sassari il 26 luglio 1928 da una famiglia benestante: il padre Giuseppe era direttore generale dell’Istituto di Credito Agrario Sardo, la madre Mariuccia Zanfarino era figlia del medico Antonio, figura rappresentativa della vita politica dell’età giolittiana, gran maestro della massoneria locale, e sorella di Maurizio, medaglia d'oro al valor militare, caduto eroicamente nel 1918. Dopo la maturità classica, si iscrisse alla facoltà di Giurisprudenza dell'Università Cattolica di Milano (dove sostenne un unico esame, Diritto economico) per poi trasferirsi nel 1946 in quella di Sassari dove si laureò nel 1948, a soli vent'anni, con una tesi su Le immunità nel diritto penale, relatore Luigi Scarano. In realtà si tratta di un lavoro a metà strada tra il diritto penale e quello pubblico, giacché affronta soprattutto il tema delle immunità nel diritto pubblico interno e in quello internazionale. Studente modello - sostenne tutti gli esami con trenta e trenta e lode, Cossiga frequentò la facoltà giuridica sassarese negli anni difficili dell'immediato dopoguerra, quando il corpo docente era composto prevalentemente da professori locali: Antonio Segni, allora rettore, Sergio Costa, preside, Antonio Era, Tommaso Antonio Castiglia, Lino Salis, Vittorio Devilla, Ginevra Zanetti, Salvatore Piras, e da pochi “continentali” come appunto Scarano, Giuseppe Sperduti e Euge- nio Cannada Bartoli. Il 31 gennaio 1951 venne nominato assistente volontario alla cattedra di Diritto costituzionale, ricoperta allora da una giovane promessa della scienza giuridica, il professore straordinario Giuseppe Guarino, cui rimase sempre legato. A questo periodo appartengono i suoi primi lavori: un saggio pubblicato nel 1950 sulla rivista Rassegna di diritto pubblico, dal titolo “I membri dei Consigli regionali godono della inviolabilità parlamentare”, uno studio ricco di considerazioni storiche e di quesiti giuridici sull’immunità parlamentare che sarebbe spettata ai deputati delle regioni a statuto speciale; l’articolo “Diritto di petizione e diritti di li- bertà”, apparso nel 1951 su II foro padano, tracciava una stimolante comparazione tra gli ordinamenti pubblici delle democrazie occi- dentali; le Osservazioni sulla competenza della Regione Sarda in materia di credito (Sassari, Gallizzi, 1952), nate negli anni in cui Cossi- ga ricopriva la carica di consigliere di amministrazione dell’ICAS, costituivano un’agile monografia su uno dei temi chiave della rinasci- ta economica della Sardegna, quello dell’intervento regionale nell’ambito creditizio e delle misure pubbliche di sostegno alle attività produttive. Dal 1954 al 1969 Cossiga ricoprì l’incarico esterno di Diritto costituzionale: aveva ottime possibilità e legami (Mortati, Espo- sito, Guarino) per affermarsi nella carriera accademica - nel 1959 ottenne la libera docenza, grazie alla monografia, Note sulla libertà di espatrio e di emigrazione (Sassari, Gallizzi, 1953), ma, come lui stesso affermava, venne travolto dal “demone della politica”. Le sue lezioni erano comunque sempre stimolanti e vivaci: chi scrive ricorda quelle sull’immunità parlamentare che partivano addirittura dal XVI secolo, quelle sui governi della Destra storica, considerati come una vera e propria “dittatura della borghesia”, o ancora quelle sui lavori dell’Assemblea Costituente e sul patto costituzionale tra i partiti antifascisti. Dal 1969 al 1970 insegnò Storia delle istituzioni giuridiche ed economiche della Sardegna; dal 1970 al 1974 ricoprì l’incarico di Diritto costituzionale regionale sino all'aspettativa per mandato par- lamentare. Dirigente dell’Azione Cattolica, Cossiga fu anche il principale esponente del gruppo dei cosiddetti “Giovani Turchi”, che nel congresso della DC sassarese del marzo del 1957 si affermò a scapito dei vecchi notabili nella prospettiva di un nuovo partito moderno e organizzato. Dal 1958 fu segretario provinciale della DC sino alla sua elezione alla Camera dei deputati. In Parlamento Cossiga utilizzò appieno le sue competenze giuridiche dando un apporto determinante alla definizione delle nuove norme per l’elezione del presidente della Repubblica (1962) e alle procedure della Corte costituzionale (1965). Il resto della sua carriere politica è noto: deputato sino alla VIII legislatura, sottosegretario alla Difesa dal 1966 al 1970, ministro della Pubblica amministrazione dal 1974 al 1976, ministro dell’Interno dal 1976 al 1978, presidente del Consiglio dei ministri dal 1979 al 1980, senatore e presidente del Senato dal 1983, presidente della Repubblica dal 1985. Proprio in quell’anno si dimetteva dall’Università sassarese con la qualifica di incaricato stabilizzato esterno. Nel corso della sua carriera Cossiga ha ottenuto alcune significative onorificenze accademiche quali quella di honorary fellow dell’Oriel College di Oxford, di membro onorario del Senato accademico dell’Università di Bonn, di dottore honoris causa dell’Università di York. Politico di intelligenza superiore e di profonda cultura, per alcuni le sue “picconate” hanno finito per minare le fondamenta delle istituzioni repubblicane; per altri, invece, le sue “esternazioni” sono state una lungimirante premonizione delle idee e della nuova realtà politica della cosiddetta seconda repubblica. Cossiga è stato comunque un grandissimo comunicatore. In questa linea, la facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Sassari propose, il 17 dicembre 2003, di conferirgli la laurea honoris causa in Scienze della comunicazione e giornalismo: il 30 aprile il Senato accademico approvava la proposta e il 15 di- cembre 2005, in una solenne manifestazione, la “sua” università gli consegnava il prestigioso titolo. Alla cerimonia privata dei suoi funerali Cossiga è morto a Roma il 17 agosto 2010 - una delegazione guidata dal Rettore e dai rappresentanti delle Facoltà di Giurisprudenza e di Scienze Politiche dava un me- sto addio all’amato collega e all’insigne statista.
Tratto da Antonello Mattone, in Storia dell'Università di Sassari