Flaminio Mancaleoni
Professore di Diritto romano
Preside della Facoltà di Giurisprudenza
Rettore dell'Università di Sassari
Flaminio Mancaleoni nacque a Sassari il 21 settembre 1867, da Salvatore e Filomena Pioletti Rogliano. Il padre, avvocato, era stato il fondatore a Sassari del Partito monarchico-costituzionale, e noto per aver capeggiato nel 1848, da studente universitario, i moti studenteschi che avevano portato alla cacciata dei Gesuiti dall’università. Il giovane Mancaleoni crebbe e si formò nelle tensioni politiche e culturali della Sassari di fine secolo. Si laureò in Giurisprudenza a Sassari il 24 luglio del 1890, discutendo una tesi su L’obbligo di dotare in diritto romano e conseguendo il massimo dei voti e la lode. La prima tappa della carriera accademica del giovane studioso fu la nomina a dottore aggregato (1896). Si era nel frattempo sposato, il 20 ottobre del 1893, con la giovanissima Gemma Emilia Bagella, dalla quale avrebbe avuto cinque figli. Dopo avere retto la supplenza di Diritto romano a Sassari sin dal 1897-98, a due anni dalla nomina a dottore aggregato, divenne professore straordinario di quella disciplina (dal 1898-99 al 1901). Pubblicò in questi primi anni numerosi scritti: una versione rielaborata della sua tesi di laurea (in Archivio giuridico del 1892), un saggio intitolato Studi sull’acquisto dei frutti in forza di diritti reali sulla cosa fruttifera (Sassari, 1896), uno “Sulla commixtio dei nummi” (in Rivista italiana per le scienze giuridiche, 1897), due articoli sul frammento 49 del Digesto (in Archivio giuridico e in Il Filangieri), la traduzione e le note al libro XXII, titolo II, del Commentario alle Pandette del Gluck (Milano, 1898), un "In rem versio nel diritto giustinianeo" (Milano, 1899), un “Mandatum tua gratia et consilium” (in Rivista italiana per le scienze giuridiche, 1899), un “Contributo alla storia e alla teoria della rei vindicatio utilis” (in Studi sassaresi, 1900) e infine un “Contributo allo studio delle interpolazioni” (in Il Filangieri, 1901). Si intravedevano già in questa prima produzione alcuni dei filoni di ricerca degli anni successivi, specie quello legato alla critica delle interpolazioni del Digesto. L’operosità scientifica elevata testimoniava la capacità di lavoro ed anche l’ambizione del giovane ricercatore. Nel 1901 e nel 1902, partecipò a due concorsi per professore straordinario,vincendoli entrambi. Il primo, nell’aprile del 1901, alla cattedra di Istituzioni di diritto romano di Cagliari: giudicato da Carlo Fadda, Biagio Brugi, Contardo Ferrini, Pietro De Logu e Pietro Bonfante. La commissione, collocandolo al primo posto, gli riconobbe «copia di scritti in varie materie», «conoscenza larga delle fonti, acume esegetico e giuridico» e, specie nei saggi più recenti, «una spiccata maturità di spirito e padronanza dei metodi moderni». A Cagliari, però, non avrebbe mai insegnato. L’anno dopo a Macerata il giovane studioso vinse il concorso per diritto romano. Dopo il concorso cagliaritano venne subito la chiamata da parte della Facoltà di Giurisprudenza di Parma. A Parma Mancaleoni insegnò Istituzioni di diritto romano e, successivamente, per incarico, anche Diritto romano. Nella città emiliana rimase per pochissimo, sino al novembre del 1902, quando su sua domanda (per motivi d’ordine familiare) venne di nuovo trasferito a Sassari come straordinario di diritto romano. Profondamente legato, per origini e ambiente familiare, alla dimensione della politica cittadina, Mancaleoni vi partecipò in posizioni di rilievo, proseguendo un impegno amministrativo che del resto era cominciato in età più giovanile, quando, nel 1899, aveva capeggiato senza successo la maggioranza moderata nella campagna elettorale per il voto amministrativo di quell’anno. Pubblicò comunque immediatamente dopo il concorso gli “Appunti sulla institutio ex re” (su Studi sassaresi, 1902), il volume delle lezioni parmensi (L’acquisto e la rinunzia dell’eredità in diritto romano. Lezioni, Parma, 1902), il saggio Sulla compensatio mutuorum legatorum (Sassari, 1903), e più tardi “La donazione tra vivi e la legittima del patrono nel diritto romano classico” (negli Studi in onore di Vittorio Scialoja, 1905) e “In tema di tutela. Note critiche” (negli Studi in onore di Carlo Fadda, 1906). Nel 1907-08 apparve la sua prolusione all’inaugurazione dell’anno accademico sassarese, Roma primitiva nella letteratura storica. La carriera accademica, frattanto, si era sviluppata con regolarità. La nomina ad ordinario avvenne nel maggio del 1905. Professore titolare di diritto romano e per supplenza anche di diritto ecclesiastico (ininterrottamente dal 1904 al 1919, e quindi dal 1924 in poi), dal 1912-13 al 1914-15 Mancaleoni fu anche preside della Facoltà di Giurisprudenza. Dal 1916 al 1918-19 venne infine nominato rettore. Toccò a lui, il 15 novembre 1918, celebrare l’apertura del primo anno accademico dopo la vittoria. Nel 1920 l’ormai più che cinquantenne professore prese la decisione di chiedere di essere trasferito sulla cattedra di Istituzioni di diritto romano nella prestigiosa facoltà giuridica di Napoli. La parentesi napoletana durò tuttavia poco meno di un anno. Il 6 novembre 1920 Mancaleoni fu di nuovo a Sassari. Mancaleoni lasciò a Napoli molti rimpianti, specie dopo il successo personale ottenuto in febbraio quando, davanti a un’aula gremita di colleghi e studenti, aveva tenuto la sua prolusione su L’evoluzione regressiva degli istituti giuridici dal punto di vista del diritto romano. La chiamata per trasferimento (a decorrere dal 1° gennaio 1921) fu seguita dal ritorno sulla “sua” cattedra di Diritto romano dal novembre successivo. I primi anni Venti videro Mancaleoni impegnarsi in prima persona nella battaglia per evitare la soppressione dell’ateneo (sino alla stipula, nel 1924, della convenzione che ne assicurò la sopravvivenza). Scongiurata la minaccia, e conclusosi ormai definitivamente il periodo del suo impegno politico-amministrativo, egli si dedicò principalmente alle lezioni, ai suoi studi e all’esercizio della professione di avvocato. La sua produttività scientifica tese a rarefarsi (da segnalare però, nel 1923, Sulla natura dei diritti d’uso pubblico in relazione ai modi di acquisto). Oltre al Diritto romano insegnò Diritto civile (1921-22), Diritto ecclesiastico e Storia del diritto romano. Andò in pensione il 28 ottobre 1937. La sua lezione di congedo su Orientamenti e indirizzi nell’insegnamento del diritto romano aveva avuto luogo il 25 maggio di quello stesso anno. Caduto il regime, nel novembre 1944 sarebbe stato nominato professore emerito, riconoscimento che gli era stato negato all’atto del suo collocamento a riposo perché «non era iscritto al partito nazionale fascista». Morì a Sassari, a quasi 84 anni, il 17 marzo del 1951. Tratto da Giuseppina Fois in Storia dell'Università di Sassari a cura di Antonello Mattone