Carlo Alberto Biggini
Professore di Diritto costituzionale nella Facoltà di Giurisprudenza.
Nacque a Sarzana (Sp) il 9 dicembre del 1902 da Ugo e da Maria Accorsi. Iscrittosi alla facoltà di giurisprudenza dell’Università di Genova, dopo aver interrotto gli studi dal 1922 al 1924 per assolvere gli obblighi di leva, il 12 novembre 1928 si laurea con la votazione di 110, lode e di- gnità di stampa e l’anno successivo (il 30 settembre 1929) consegue la laurea in Scienze politiche presso l’università di Torino sempre con la votazione di 110, lode e dignità di stampa. Nel 1929 si iscrive alla Scuola Superiore di Scienze Corporative dell’Università di Pisa dove si diploma l’anno successivo con il massimo dei voti e lode. Dal 1929 al 1932 ricopre l’incarico dell’insegnamento di Diritto costituzionale presso la Scuola Superiore di Scienze Sociali di Ravenna, mentre dal 1932 sino al 1935 è assistente presso la Scuola Superiore di Scienze Corporative dell’Università di Pisa. Il 27 gennaio del 1932 consegue a Roma e a Pisa la libera docenza in Diritto costituzionale e nello stesso anno è chiamato come incari- cato di Diritto costituzionale e comparato e di Dottrina generale dello Stato presso la facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Sas- sari, dove nel dicembre 1936 diviene ordinario di Diritto costituzionale e corporativo. Nell’aprile 1937 viene chiamato a far parte della commissione di riforma del codice civile, del commercio e della navigazione. Nel 1938 viene chiamato dall’Università di Pisa a ricoprire la cattedra di Diritto costituzionale e nel 1941 viene eletto Magnifico Rettore. Il 16 no- vembre del 1939 è incaricato di Dottrina generale dello Stato all’Università di Pisa, divenendo Direttore della scuola superiore di scien- ze corporative nella stessa Università e Direttore della rivista “Archivio di studi corporativi”. Nel dicembre dello stesso riceve da Mus- solini i carteggi della Conciliazione e nel febbraio 1942 pubblica la Storia inedita della Conciliazione. Nel maggio 1941 redige la Costitu- zione del Montenegro e il successivo 8 giugno viene chiamato a ricoprire la carica di Segretario dell’Ufficio di Presidenza della Camera. Nel dicembre 1942 assume la funzione di Ispettore nazionale del PNF e il 5 febbraio 1943, in conseguenza di un rimpasto di governo, è nominato da Mussolini Ministro dell’Educazione Nazionale del Regno d’Italia in sostituzione di Bottai. Significativa fu la sua attività mini- steriale. Con decreto 20 dicembre 1943 il Biggini sottopose a revisione i ruoli dei docenti e liberi docenti universitari che avevano otte- nuto i loro titoli per motivi esclusivamente politici durante il ventennio e ottenne che tutti i docenti universitari fossero esonerati dal giuramento di fedeltà alla Repubblica sociale, provvedimento questo ancora oggi in vigore a salvaguardia della libertà di ricerca e di in- segnamento. Nel tentativo di evitare gli eccessi della guerra civile, Biggini si adopera per la salvaguardia del patrimonio artistico e in- dustriale italiano dalle offese belliche e dalle spoliazioni tedesche e per la salvezza di numerosi intellettuali antifascisti. Biggini è stato uno dei più convinti fautori e studiosi del corporativismo fascista, in connessione con i suoi prevalenti interessi nel campo del diritto pubblico e della storia del pensiero politico italiano. In uno dei suoi primi saggi di diritto pubblico (Il fondamento dei limiti all’attività dello Stato), largamente influenzato dalle concezioni gentiliane, il Biggini ripudia ogni integralismo, ogni risoluzione della sfera dell’in- dividuo in quella della collettività e l’identificazione del diritto privato con il diritto pubblico. L’identificazione dello Stato con la società che lo esprime lo porterà, qualche anno dopo, a pubblicare uno studio edito nella rivista Studi Sassaresi del 1935 (La realtà dello Stato e i suoi organi) nel quale re- spinge l’identificazione dello Stato con i suoi organi: la polemica contro il formalismo di scuola liberale del diritto costituzionale sarà poi definitivamente riaffermata in una rassegna dei più recenti studi di diritto costituzionale del 1938. Accanto al filone principale della produzione relativa al diritto pubblico, costituzionale e corporativo, il Biggini coltiva sempre un interesse storico che trova la sua espressione in indagini sul pensiero politi- co e giuridico di Pellegrino Rossi e di Giuseppe Ferrari. Nel periodo della sua breve ma intensa attività accademica collaborò a moltissime riviste scientifiche (Rivista Internazionale di Filosofia del Diritto, 1929-1932, Rivista di Scienze politiche e giuridiche, 1930, Archivio di Storia della Filosofia, 1932, Archivio di Studi Corporativi, 1932-1942, di cui assunse la direzione dopo la sua chiamata all’università di Pisa, L’economia italiana, 1934, Nuovi studi di diritto, economia e politica, 1929-1930, Studi Sassaresi, 1935-1936, Terra e Lavoro, 1935) e a riviste politiche di vario orientamento fascista (Dottrina fascista, L’ordine corporativo, Origini, Politica sociale, La Terra). Morì a Milano in clandestinità il 19 novembre 1945 poco prima di compiere 43 anni. Antonio Segni, che negli anni trenta, era stato suo collega come docente all’Università di Sassari, dispose che alla vedova Maria Bianca, rimasta senza alcun sostentamento per vivere, fosse dato un piccolo assegno vitalizio, assegno che la vedova rifiutò optando per una misera pensione sociale. Fonte: Giampiero Todini,