Antonio Mario Pesenti
Professore di Scienza delle finanze e Diritto finanziario nella Facoltà di Giurisprudenza
Antonio Mario Pesenti (Verona, 1910-Roma, 1973) si era laureato a Pavia in Giurisprudenza, nel 1931, con una tesi su “La politica finanziaria di Snowden nel quadro della vita economica e politica inglese”. Allievo di Benvenuto Griziotti (1884-1956), il quale fu anche fondatore dell’Istituto di finanza dell’ateneo pavese e maestro di Ezio Vanoni e Sergio Steve, si distinse precocemente negli studi e poté perfezionare la propria formazione di economista con diversi soggiorni di studio all’estero (in particolare, grazie all’interessamento di Luigi Einaudi, che Griziotti considerava proprio maestro, riuscì ad ottenere una delle prime borse Stringher della Banca d’Italia per un periodo di studio a Londra – presso la London School of Economics e l’Institute of Bankers –, a Vienna – ospite del Collegium Hungaricum – e a Berna). A Parigi, dove si trovava per motivi di studio, aveva pubblicato, con lo pseudonimo di Italicus, il pamphlet antifascista Antifascismo nuovo (1932), con la collaborazione dei fuoriusciti aderenti a Giustizia e Libertà. Dopo aver abbracciato idee repubblicane, aderì al Partito Socialista, collaborando con il Nuovo Avanti e con Politica socialista, egualmente pubblicati in Francia. Conseguita la libera docenza nel dicembre del 1934, giunse a Sassari nell’anno accademico 1934-35 come incaricato di Scienza delle finanze presso la Facoltà di Giurisprudenza. L’incarico gli venne conferito nel gennaio del 1935, con grave ritardo rispetto all’inizio dell’anno accademico, e il giovane professore fu costretto a chiedere alla facoltà di impartire un maggior numero di ore settimanali di lezione per poter recuperare. Si rivelò subito molto dinamico ed ebbe un ruolo fondamentale nella costituzione dell’Istituto di statistica, economia e finanza dell’Università di Sassari (la cui direzione venne affidata a Roberto Bachi, straordinario di Statistica), sorto sulla base di una convenzione con il Consiglio provinciale dell’economia corporativa di Sassari. Durante la permanenza sassarese, strinse amicizia soprattutto con Giuseppe Capograssi, ordinario di Filosofia del diritto, che considerava un po’ il «padre spirituale» dei giovani docenti antifascisti sassaresi. Nel complesso, Pesenti ebbe a maturare a Sassari l’impressione di «un’università simpatica» e di «una bella università» in cui «si poteva studiare con impegno; gli studenti erano spesso ragazzi brillanti, ma le loro capacità venivano presto soffocate da un ambiente povero e ristretto». Il corso di Scienza delle finanze si svolse nel periodo febbraio-aprile 1935, visto che la presenza di Pesenti, come si può leggere dal dispositivo della sentenza emessa dal Tribunale speciale che lo condannò per attività antifascista, è segnalata in Francia nel periodo da fine aprile a fine maggio. Il professore dovette tornare a Sassari per gli esami di giugno e, nel luglio del 1935, partecipò al congresso del Partito Socialista tenutosi a Parigi. Il 13 ottobre 1935 intervenne, cercando di celare la propria identità (per ovvie ragioni di sicurezza personale che si dimostrarono purtroppo inefficaci), al congresso di Bruxelles degli italiani antifascisti, che condannarono l’attacco all’Etiopia. Al rientro in Italia, fu arrestato l’8 novembre 1935 e condannato dal Tribunale speciale fascista a 24 anni di carcere, dove rimase effettivamente fino al 1943. Nell’ottobre del 1935, poco prima dell’arresto, fece in tempo a tenere la sessione di esami autunnale a Sassari e, a dimostrazione dell’apprezzamento per il lavoro svolto, la facoltà di Giurisprudenza gli aveva confermato l’incarico di Scienza delle finanze per l’anno accademico 1935-1936, aggiungendovi anche l’incarico del corso di Istituzioni economiche e giuridiche sarde. Pesenti, nel corso del suo ultimo soggiorno a Sassari, aveva anche fatto in tempo a confessare a Capograssi di essere nei guai. Alla luce delle sue vicende personali, la facoltà di Giurisprudenza fu costretta e riesaminare le proposte di incarico e il corso di Scienza delle finanze a Sassari fu, inizialmente, coperto da titolari di materie affini (dal già citato Bachi e, in seguito, da Arrigo Bordin, straordinario di Economia generale e corporativa). A partire dal gennaio del 1937, l’incarico fu affidato al giovanissimo Massimo Severo Giannini, il quale era anche incaricato di Diritto amministrativo. Durante la detenzione, Pesenti aveva aderito al Partito Comunista, e come membro di tale organizzazione politica divenne, nel 1944, sottosegretario alle Finanze nel secondo governo Badoglio e nel primo governo Bonomi. Dello stesso dicastero divenne ministro nel secondo governo Bonomi. Membro della Consulta nazionale, partecipò ai lavori della Costituente e venne eletto deputato della prima Legislatura, nelle file del PCI (1948-1953). Divenne presidente della Commissione per i problemi del lavoro presso il ministero per la Costituente ai cui lavori, per inciso, contribuirono altri due economisti che, in epoche diverse insegnarono a Sassari: Alberto Breglia e l’allievo di quest’ultimo, Paolo Sylos Labini. Dal 1953 al 1968 Pesenti fu senatore della Repubblica. Nel complesso, fu uno degli economisti più influenti di sinistra. Un “economista riformatore”, è stato detto, pensando soprattutto alla sua esperienza come presidente del Cer (Centro economico per la ricostruzione) e come fondatore della rivista Critica economica (che si rifaceva apertamente alla “prima stagione” della rivista Riforma sociale, legata al nome di Nitti). Durante gli otto anni passati in carcere aveva potuto approfondire ulteriormente la conoscenza degli economisti classici (e di Marx, in particolare), sviluppando un atteggiamento molto critico verso il già allora dominante paradigma teorico marginalistico (che, peraltro, aveva potuto conoscere “di prima mano”, nel corso dei soggiorni londinese e viennese, frequentando economisti come von Hayek e von Mises). Alla carriera politica non disgiunse quella accademica, ripresa a partire dall’anno accademico 1944-45 all’Università di Roma: fu professore ordinario di Scienza delle finanze e Diritto finanziario nelle Università di Parma (dal 1948), di Pisa (dal 1961) e, infine, a Roma (dal 1972).
Tratto da Daniele Porcheddu, in Storia dell'Università di Sassari, a cura di Antonello Mattone