Antonio Era
Professore di Storia delle istituzioni giuridiche ed economiche della Sardegna e di Storia del diritto italiano nella Facoltà di Giurisprudenza
Antonio Era nacque ad Alghero (Sassari) il 15 febbraio 1889. Dopo i primi studi nella città natale, conseguì la maturità classica presso il Liceo “Azuni” di Sassari. Nel 1906 si iscrisse alla facoltà giuridica sas- sarese. Nel 1908 si trasferì all’università di Roma, ma in seguito abbracciava anche la carriera militare: dal 1° agosto 1912 al 16 marzo 1925 prestò servizio in Marina come ufficiale nel corpo di Commissaria- to militare marittimo. Nel 1918, dopo la guerra, riprese gli studi e il 17 novembre 1921 si laureò a Sassari in giurisprudenza, col massimo dei voti e la lode, sotto la guida di Benvenuto Pitzorno, con una tesi sui tribunali ecclesiastici in Sardegna. Esercitava intanto la professione forense, dopo aver superato gli esami per l’iscrizione nell’albo degli avvocati presso il tribunale di Sassari. A Livorno, mentre frequentava l’Accademia Militare, aveva conosciuto Enrico Besta, allora professore a Pisa, che lo incoraggiò ad approfondire lo studio della storia del diritto e delle istituzioni giuridiche sarde. Sin dai suoi primi lavori Era non si presentava come uno studioso dagli interessi limitati alla storia della Sardegna, come, appunto, emerge dal saggio del 1924 sui formulari notarili divulgati attraverso la stampa. Il volume, Le raccolte di carte specialmente di re ara- gonesi e spagnoli (1260-1715) esistenti nell’Archivio del Comune di Alghero (Sassari, Gallizzi,1927), analizza dettagliatamente la normati- va regia concessa alla sua città natale: emerge in quest’opera la grande passione di Era per la ricerca archivistica che caratterizzerà i suoi successivi studi di storia giuridica sarda. Si afferma in questi anni un interesse per il diritto processuale: tra il 1928 e il 1929 vede- va la luce un vasto complesso di studi che affrontava il giudizio collegiale (juhi de prohomens) della tradizione catalana, il trapianto de- gli ordinamenti iberici in Sardegna, l’analisi delle magistrature e della giurisprudenza civile e criminale dei secoli XV-XVI. In qualche mo- do collegato a queste ricerche è il volume sui Tribunali ecclesiastici in Sardegna (Sassari, Gallizzi, 1929). Il 20 dicembre 1929 conseguiva la libera docenza in Storia del diritto italiano. Il biennio trascorso a Pisa tra il 1930 e il 1932, nell’eserci- zio di corsi liberi accanto alla cattedra di Besta, era destinato a lasciare un’impronta decisiva nella sua formazione culturale: nella città toscana incominciò le sue ricerche statutarie che si sarebbero concretizzate nel volume sugli Statuti pisani dal XIV al XVI secolo (Sassari, Gallizzi, 1932), nel quale, attraverso un vasto e accurato scavo artistico, venivano analizzate tutte le reformationes degli sta- tuti dal 1323 al 1516. Nel 1932 Era ritornava a Sassari per ricoprire l’incarico della cattedra di Storia delle istituzioni giuridiche ed economiche della Sarde- gna presso la facoltà di Giurisprudenza. L’impegno e la passione posti nell’insegnamento di una disciplina istituita per tener vivi gli studi delle leggi e delle consuetudini locali sono confermati dalla raccolta di lezioni litografate (Roma, 1934), che costituisce ancor oggi un fondamentale prospetto delle fonti. Il 29 ottobre 1935 vinceva il concorso a cattedra di Storia del diritto italiano e fu chiamato a insegnare nell’Università di Sassari. Continuava ad approfondire lo studio degli istituti del diritto comune, con la pubblicazione della monografia “concorsuale”, L’indennità del fideiussore. Contributo allo studio delle garanzie personali (Sassari, Gallizzi, 1934). Nel 1938, in occasione del II Congresso nazionale di diritto agrario che si svolgeva nell’isola sotto la presidenza del guardasigilli Arrigo Solmi, Era curò l’edizione dei Testi e documenti per la storia del diritto agrario in Sardegna, dove commentava le più importanti fonti del Regno, dal “codice rurale” di Mariano IV alle prammatiche regie, dai capitoli di corte parlamen- tari alle ordinanze civiche di Sassari e Alghero. Proseguiva intanto, con alcuni studi pubblicati tra il 1934 e il 1942, le sue ricerche sul genere formulistico e sul notariato. Si interessò anche della storia dell’Università di Sassari – sollecitato anche dal progetto del regime fascista di pubblicare un’organica storia degli atenei italiani – di cui illustrava le fonti costitutive. Il 16 novembre 1945 venne nominato Preside di Giurisprudenza dal commissario straordinario del CLN, Antonio Segni. Di orientamento conservatore, Era si dedicò anche alla vita politica. Il 10 maggio 1949, nelle elezioni del primo Consiglio regionale della Sardegna, fu eletto consigliere nella lista del Partito nazionale monar- chico. Il 23 maggio fu nominato vicepresidente del Consiglio regionale, carica che ricoprì sino al 14 giugno 1953. Nonostante gli impegni politici Era non abbandonò la ricerca, pubblicando studi sulle ordinanze municipali sassaresi del XVI secolo, su Lodovico Muratori e la Sardegna, sull’istituzione dei Monti nummari, sul giudice beneventano Carlo di Tocco, sulle influenze del diritto bizantino nell’isola. Nel 1951-53 Era compì per conto della Deputazione di Storia patria per la Sardegna alcune missioni di studi negli archivi di Barcellona, di Valencia, di Simancas e di Madrid che avrebbero aperto nuove prospettive alla ri- cerca sulla Sardegna catalano-aragonese e spagnola. In questo contesto si segnalano i numerosi studi dedicati alla storia della Sardegna durante il regno di Ferdinando il Cattolico, fra cui si distingue il vo- lume sul Il Parlamento sardo del 1481-85 (Milano, Giuffrè, 1955). Il 1° novembre 1959 Era veniva collocato fuori ruolo per limiti d’età. La sua ultima lezione, pronunciata in occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico 1959-60 (“La «Carta de Logu»”, in Studi sassaresi, XXX, 1960), sintetizzava la sua passione scientifica e l’amore per la storia giuridica della sua terra. Morì a Sassari il 17 novembre 1961.
Antonello Mattone